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Visualizzazione dei post da 2017

Un momento di gloria

Nel fitto programma podistico autunnale Milanese alla popolarissima DJten succede a distanza di sette giorni, patendone forse in termini di partecipazione l’ombra, la Avon running, la corsa evento promossa da radio DJ versus la corsa delle donne pro ricerca sul cancro, aperta da alcuni anni anche agli uomini. Volendo partecipare in questo periodo ad una dieci chilometri, anche come stimolo e test di velocità, per me non si pone alcun dubbio nella scelta tra le due, costi, logistica, effettiva corribilità, riconoscimento FIDAL con relativa classifica, nella mia considerazione sono tutti per la corsa in rosa, per contro a mio avviso ingiustamente piuttosto poco quotata tra gli agonisti. Per giunta mi ero potuto recare alla partenza in piazza Castello comodo, comodo, con appena dieci minuti di una rilassata pedalata in una domenica mattina dal promettente cielo simil estivo in compagnia dell’amico Ciro, il qualche talvolta ha l’impudenza di definirmi come il ragazzo con cui cor

Endomorfismi

Pochi metri oltre la banchina il porticciolo finisce dove incomincia l’unica strada che percorre con poche diramazioni la piccola isola calcarea di San Domino nell’arcipelago delle tremiti. Un paio di uscite mattutine in effetti erano state sufficienti nella prima settimana di soggiorno agostana a mapparne ogni strada e sentiero corribile, selezionando alcuni itinerari alternativi all’ombra dei pini di Aleppo, per comporre l’abituale decina di chilometri giornalieri da fare al risveglio prima di un rinfrescante bagno in mare e di un abbondante colazione. Abbigliamento minimale con sole scarpe, calzini, pantaloncini ed ogni mattina ero pronto ad avviarmi ciondolando fuori dal villaggio turistico, ancora assopito su per una salitella fino ad un rettilineo pavimentato su cui dare avvio ad una corsa appesantita dal caldo e dalla umidità enfatizzati ogni volta dal ragliare strozzato e lamentoso di un somaro cintato in un vicino campo. Con il giro pieno dell’isola o giro

La sfida

Asfissiante estate milanese: aspettare, restare in paziente difesa e fare quello che bisogna fare in attesa di un altro giorno, di un'altra settimana e di un'altra stagione, mentre il tempo fa il suo lavoro, procedendo a srotolare il percorso degli eventi necessari. A volte questo è quanto è necessario essere: una pianta attaccata alle proprie radici mentre la piena dilava e trascina via quello che non sarà, oppure, più semplicemente quello che porta avanti e finisce ciò che è stato iniziato. Nemmeno l'attività di correre è avulsa dal momento,   considerando che aver completato la cento chilometri del passatore, anche senza particolari traumi, ha chiesto comunque un tributo rilevante più ancora che in termini di risorse fisiche di motivazioni ed aspettative. Cosa andare a cercare ora? Quale soddisfazione ricavare dall’andata e ritorno sulla quotidiana alzaia del naviglio? E’ il momento dunque di perseverare nella grande sfida della routine, ricordandosi momento

Un traguardo metafisico

Milano, venerdì 28/4/2017, ore 20 E’ la vigilia del mio compleanno, con pochi passaggi di impulso, il minimo consumo di energie di qualche click e nessuna riflessione, mi regalo l’iscrizione alla cento chilometri del Passatore. Si tratta di un gesto con il medesimo fondato sensato logico dell’andare a fare bugee jumping dopo un banchetto nuziale, partecipare ad un concorso di rabdomanti o scommettere sull’inter per il prossimo scudetto. In effetti ad oggi la massima distanza per cui ho corso è di 43 chilometri, dopo la maratona di Milano per ragioni varie ho notevolmente ridotto le attività di allenamento alla corsa e la mia condizione fisica non è certo ai massimi, ma soprattutto 100 chilometri a ben pensarci, anche senza considerare i dislivelli altimetrici del percorso, mi appaiono come un entità imponderabile al pari della distanza della terra da Vega. Dieci chilometri sono la distanza da casa al ponte di Buccinasco e ritorno, in venti vado avanti e indietro sul naviglio gra

Gli ultimi come i primi

Stavolta non ho corso, sono partito dopo gli ultimi e raggiungendo via via tutti gli oltre quattromila partecipanti mi sono fermato con il primo, credo non avendo mai partecipato cosi pienamente ad una gara podistica, pur non classificandomi. Nemmeno mi hanno squalificato anche se stavo in sella ad una bicicletta ed anzi ho potuto accompagnarmi a tutti i protagonisti della corsa nel momento di massima esultanza, quando ciascuno di essi arrivava al traguardo, perché come ciclista al servizio della corsa stessa , la Wings for Life, dove il traguardo di ognuno è alla distanza cui riesce ad arrivare prima di essere raggiunto da una automobile che implacabilmente insegue con velocità in lenta progressione i corridori sul percorso prestabilito. All’una P.M. locale, in contemporanea mondiale il via, con i campioni che balzano in avanti risucchiando dietro di se in un vortice di coriandoli la lunga teoria di corridori che un gruppo di noi ciclomuniti segue anticipando la carovana di m

Corse e ricorse

Alla fine maratona o non maratona le gambe son tornate. Ci son volute quasi un paio di settimane, proprio ora che è tempo di traslocare nuovamente casa e lasciare l’asilo fortunato di Sesto San Giovanni e con esso il terreno del parco Nord che ha ospitato tante mie corse in cinque mesi. Ne ho esplorato e scoperto i percorsi in lungo e in largo cominciando con timide uscite nello scorso novembre dopo un periodo fermo per un infortunio. I morbidi prati sono stati un balsamo per ritonificare gradualmente le gambe ed in seguito affrontare ogni tipo di terreno dalla   terra battuta al ghiaietto fino all’asfalto dei tanti vialetti, per rettilinei, curve, sali scendi e sterrati che fossero, solo con i miei pensieri, immerso nelle sensazioni del corpo.   Ad eccezione dei fine settimana nelle domeniche lo sfondo delle mie uscite lungo l’inverno sestese è stata l’oscurità delle prime ore del mattino fino alla debole luce dell’alba che mi attendeva per svelare paesaggi spogli e assopit